Apiterapia, medicina olistica, naturopatia Mondovì, Cuneo
Apiterapia

Apiterapia

L’apiterapia è la pratica terapeutica mediante i principi attivi contenuti nei prodotti dell’alveare.
Si è constatato che il miele, la cera, la pappa reale, il polline, il veleno d’api e soprattutto la propoli, che ritengo senza dubbio la base dell’apiterapia, da soli o in associazione, possono essere utilizzati per prevenire e curare una vasta serie di affezioni e disfunzioni dell’organismo umano. Inoltre, al contrario di alcuni farmaci e altri rimedi e medicamenti, si è constatato che i prodotti apiterapeutici sono generalmente privi di effetti collaterali nocivi, poichè l’istinto naturale delle api le spinge a bottinare solamente sostanze vegetali non dannose.
Accenneremo solamente alle virtù della propoli, del polline e del veleno d’api, in quanto sono i apistici che presentano le più spiccate proprietà terapeutiche.

La propoli

La propoli è una sostanza solida di aspetto resinoso, il cui colore varia dal marrone scuro al bruno-verdastro, in relazione alla sua origine. Ha un gradevole profumo caratteristico e un sapore leggermente amaro.
Viene raccolto da api operaie specializzate, principalmente, sui germogli e sui rami giovani, ma in generale un po’ su tutta la superficie (dal tronco ai fiori) di molte specie di piante e poi addizionata di secrezioni salivari e di cera.
Le api utilizzano la propoli all’interno dell’alveare per turare le fessure dell’arnia, ridurre le aperture di volo, incollare le scanalature dei telai, rinforzare e levigare le cellette dei favi.

Grazie alle sostanze batteriostatiche e battericide in essa contenute, la propoli agisce anche da eccellente protezione antisettica all’interno dell’alveare. Inoltre le api utilizzano la propoli per mummificare eventuali ospiti indesiderati (topi, lucertole, etc.) che si introducono nell’alveare: li uccidono con il loro veleno e, non potendo trasportarli all’esterno, perché troppo grandi, li rivestono con uno strato di propoli, che, grazie alle sue proprietà antiptoteolitiche, battericide e batteriostatiche, ne impedisce la decomposizione.

La propoli contiene circa il 55% di resine e balsami, il 20-30% di cera, il 10% di oli essenziali, il 5% di polline.
Questi componenti, oltre ad alcune sostanze non ancora identificate, sono ricchi di vitamine e oligoelementi, flavoni e flavonoidi, betulene, betulenolo, isovanillina, acido caffeico, acidoferulico ed altre sostanze, tutte provviste di attività biologica.
Le ricerche scientifiche e le sperimentazioni cliniche condotte in alcuni paesi, ma soprattutto in Russia e in Romania, sulla composizione e le proprietà della propoli, hanno permesso di trasferire su basi scientifiche l’utilizzo di questo prezioso prodotto, usato fin’ora come rimedio empirico sulle basi di una pratica multimillenaria. Infatti oggi, conoscendo molti dei principi attivi in essa contenuti, la propoli, o meglio l’estratto standardizzato di propoli, in concentrazioni ottimali e supportati dagli eccipienti più idonei, può essere utilizzato per la preparazione di vere e proprie forme farmaceutiche (tinture, unguenti, soluzioni, compresse, sciroppi, aerosol, ovuli, lavande, supposte, preparazioni iniettabili). Queste preparazioni possono essere indirizzate alla prevenzione e alla cura di numerosissime affezioni e disfunzioni dell’organismo, con risultati entusiasmanti. Ciò è dovuto ai moltissimi principi attivi contenuti nelle propoli, che le conferiscono proprietà antibatteriche, antimicotiche, antivirali cicatrizzanti, antinfiammatorie, anestetiche, antidepressive, vasoprotettrici ed eubiotiche in generale.

Ne risulta che la propoli può essere vantaggiosamente impiegata, per esempio, per la stimolazione dei processi di cicatrizzazione e rigenerazione tessutale (ferite, piaghe di diversa origine, ustioni, etc.), per una vasta serie di affezioni dermatologiche (eczemi, nevrodermiti, infezioni batteriche, micotiche, virali, etc.) affezioni acute e croniche della cavità orale (gengiviti, stomatiti, ulcere afose, micosi, tonsilliti, faringiti, etc.), affezioni ginecologiche (piaghe vaginali e cerviciti di origine batterica, micotica e da Tricho-monas), ulcera gastrica, colite acuta e cronica, cellulite, etc.. Inoltre la propoli possiede una spiccata attività immunostimolante, per cui può essere usata come efficace mezzo preventivo contro molte malattie, anche tumorali. Sembrerebbe anche dimostrata un’azione inibitrice diretta sullo sviluppo di cellule cancerose.

Personalmente ho potuto constatare l’efficacia di particolari preparazioni a base di propoli, anche in alcuni casi in cui la medicina tradizionale si era rivelata insufficiente o inefficace.
Questi non sono che alcuni esempi delle principali proprietà terapeutiche (se ne contano non meno di 41) della propoli, ma motivi di spazio non ci consentono di andare oltre.

Passiamo quindi brevemente ad un altro prodotto dell’alveare:

Il polline

Il polline, elemento maschile dei fiori, viene raccolto dalle api per la riproduzione, per il nutrimento delle larve, per il funzionamento delle ghiandole produttrici di pappa reale, di fermenti e di cera.
Le proporzioni tra le sostanze contenute nel polline variano secondo la flora da cui esso viene raccolto, ma in tutte le specie sono presenti: proteine, aminoacidi, zuccheri, vitamine, oligoelementi, sostanze ormonali, materie grasse, sostanze aromatiche e naturalmente dell’acqua. Per esempio, dei 22 aminoacidi indispensabili alla vita, 20 sono presenti nel polline. Si calcola che da 100 grammi di polline si ottengoa circa la stessa quantità di aminoacidi che da messo chilo di carne bovina o da sette uova. Ne risulta che circa 30 grammi di polline coprono il fabbisogno giornaliero in aminoacidi di una persona adulta, 100 grammi di polline contengono anche quantità apprezzabili di vitamine: tiamina 600 mcg., riboflavina 1670 mcg., piridossina 900mcg., acido pantotenico 7700 mcg., acido nicotinico 10000 mcg.. Importante è anche il tenore in. Sostanze minerali che si trovano nelle ceneri:potassio 20/40%, magnesio 1/20%, calcio 1/15%, ferro 1/12%, silicio 2/10%, fosforo 1/20% e molte altre.

Nel polline sono state identificate più di 50 sostanze attive, con uno spettro d’azione straordinariamente ampio su affezioni e disfunzioni dell’organismo umano. Tra le sue proprietà nee ritroviamo alcune in misura più o meno accentuata, già riscontrate nella propoli, di cui, come abbiamo visto, è uno dei componenti.

Il polline, oltre apoosedere un elevato valore nutritivo ed energetico, può essere usato con successo per combattere disfunzioni gastro-intestinali, deperimento fisico e psichico, anoressia, anemia, fragilità capillare, arteriosclerosi, ipertrofia prostatica, etc.. Inoltre, come la propoli, costituisce un ottimo mezzo di prevenzione contro le malattie, possedendo anch’esso proprietà antibatteriche ed immunostimolanti.

Il veleno d'api

Il veleno d’api è una sostanza biologica propria delle api, che può essere impiegata nella terapia delle forme reumatiche e soprattutto dell’artrite.
E’ costituito principalmente da: apamina, mellitina, gruppi di fosfolipasi e ialuronidasi ed altri componenti, che ne spiegano alcuni dei meccanismi d’azione. Molti, però, sono ancora gli aspetti oscuri. Gli effetti terapeutici del veleno d’api si spiegano sia per un’azione diretta, sia indirettamente, mediante l’attivazione di certe reazioni dell’organismo, con mobilizzazione di mezzi specifici di difesa. L’azione più evidente di apitossina è la stimolazione delle cotico-surrenali mediante l’attivazione dell’ACTH (ormone adrenocorticotropo).

Il veleno d’api può essere somministrato per iniezioni intradermiche, per ionoforesi, per via sublinguale, per applicazioni locali, per microiniezioni sui punti d’agopuntura.
I prodotti farmaceutici a base di apitossina sono ormai numerosi: Immenin (Austria), Verapin (Slovacchia), Forapin (Germania), Apitoxina (Germania), Venapiolina (Russia), Apitrit (Russia), Reumapront (Spagna), Apicur (Francia), Apiven (Francia), etc..

L’apiterapia, oggi , al di là della pratica fondata sulle tradizioni, col supporto della scienza più avanzata, rappresenta l’aiuto più significativo che l’uomo può trarre dalla natura, a salvaguardia della sua salute.